venerdì 13 aprile 2012

Viaggio nell'arte messicana con i Calaveras di Posada

Vi siete mai chiesti come mai il nome José Guadalupe Posada sia così spesso associato al Día de los Muertos? Cerchiamo insieme di capire chi era e perché le sue opere sono diventate un simbolo di questa festività.
Autoritratto -  J.G. Posada
Innanzitutto sapete che stiamo parlando del primo umorista dell’arte moderna?
Un messicano che disegna scheletri che, ai nostri occhi occidentali, potrebbero sembrare assurdi, visto il loro atteggiamento molto "vivo"... Infatti i suoi calaveras non trattano di storie horror, bensì di politica e satira,  rappresentano dei cadaveri che tornano in vita e simboleggiano la relazione intima e familiare dei messicani con la morte. E che con la morte ci sanno anche scherzare.
Ma iniziamo con calma dalle origini ...

José Guadalupe Posada nacque ad Aguascalientes nel 1853 e sin da piccolo imparò l'arte della stampa e in special modo della litografia presso il Trinidad Pedroso Workshop. Nel 1871 mise alla prova le sue doti artistiche lavorando come illustratore presso El Jicote, pubblicato nella sua terra nativa, dove il suo stile sarcastico aveva già iniziato ad avere parecchi riscontri. E' possibile che a causa della persecuzione politica dovuta alle sue critiche pungenti sulla società fu obbligato a trasferirsi a León, in Gunjuato, dove insegnò alle superiori. Qui poté costruire il suo laboratorio e divenne presto famoso nel suo campo. In seguito si trasferì ancora (un artista non sta mai tranquillo) a Città del Messico e iniziò una produzione di litografie e "grabado" durata 25 anni, durante la quale collaborò con numerosi giornali di strada e non. In tutte queste vignette Posada critica gli abusi del governo e rivela tutti i tipi di segreti, vizi e altre amenità delle famiglie più in vista del regime e della classe sociale alta.

Posada ha immortalato sia eventi importanti, sia momenti ordinari della vita nel proprio lavoro e non solo...
Illustrazione di J. G. Posada
Le stampe di Posada si occupano di un ampissimo immaginario. Eventi di portata nazionale, disastri, miracoli , anormalità, esecuzioni, illustrazioni di canzoni popolari (corridos). I suoi noti calaveras, sono considerati l'apice dell'espressività artistica messicana. Tramite i suoi calaveras Posada ha rappresentato e imitato quasi ogni follia umana. Scheletri senza un volto che allo stesso tempo rappresentano ognuno di noi senza difficoltà, mostrando quello che c'è "sotto" in tutti i sensi, moralmente e fisicamente. Una intuizione geniale, altro che semplici teschietti decorativi. Tramite la sua arte hanno preso vita personaggi ricorrenti e ora famosi come la Catrina, che in spagnolo significa ricca, ben vestita, che rappresenta il prototipo della signora dell'alta società borghese messicana. In un certo senso Posada rappresenta per il Messico quello che Goya ha rappresentato per la Spagna. Maestri delle generazioni successive, come Rivera e Orozco sono stati profondamente influenzati dall'arte di Posada, una influenza che è sopravvissuta indenne fino ai giorni nostri nella cultura messicana.

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